Egli
volle dirle come se la immaginava.
-Bionda, è vero?
-Bionda, è vero?
-Sì.
Bionda
era, ma i capelli ruvidi contrastavano con il colore opaco della
pelle. Come dirglielo? E perché?
-E
gli occhi, azzurri?
-Sì.
Azzurri ma cupi, affossati sotto la fronte prominente. Come dirglielo?
Azzurri ma cupi, affossati sotto la fronte prominente. Come dirglielo?
Bella
non era di volto. Come dirglielo, e perchè?
Belle
aveva le mani e la voce.
-
E le mani... hanno dita lunghe e affusolate?
-
Si.
-
E...
Si
era fermato, come se gli mancassero le parole, come se avesse qualche
timore a continuare.
-
Sa che ha una bella voce... - Disse allora lei, mentendo, per
coprire quel vuoto che stava diventando imbarazzante. E mentre lo
diceva si pentì di quella menzogna, e non ebbe più alcun desiderio
(se mai lo avesse avuto) di dire qualcosa a quell'uomo su di sè.
-
Non è vero. - Disse subito dopo.
-
Non è vero che cosa? - Si stupì lui.
-
Non è vero che sono bionda.
-
Ah...
-
Passiamo ad un altro.- Borbottò lei, e cliccò il pulsante destro
del mouse.
Dal
monitor scomparve ogni immagine. Dopo qualche istante si aprì una
nuova schermata con un volto che la guardava interrogativo.
-
Si, hai ragione, ho rinunciato troppo presto. - Lo anticipò lei
precipitosamente.
-
Così non vai da nessuna parte, perdi tempo tu e perdo tempo io.
- Riproviamo, vedrai che andrà meglio la prossima volta.
- Ora te ne mando un'altro, ma vedi di concludere, hai capito? - Gli
ingiunse il volto.
Dopo qualche secondo sul monitor comparve un giovane uomo con i
capelli lunghi e la bocca piegata in una smorfia strafottente,
tutto adagiato sullo schienale di una poltroncina girevole rossa.
Molti uomini (e donne) cercavano di mascherare la paura che avevano
di loro con pose spavalde. Forse era proprio per tranquillizzare le
persone che, dall'alto, qualcuno aveva deciso molto tempo prima di
spegnere le videocamere che riprendevano gli operatori.
- Scommetto che sei orrenda, ringrazio
Dio che non ti posso vedere.
Non la colpirono le parole ma il tono con cui lui le sputò fuori.
Forse qui aveva qualche possibilità. Sorrise e si raddrizzò sullo
sgabello, osservando meglio l'uomo.
- Non devi aver paura di noi... di me! - Si corresse velocemente.
- Non ho paura... non ho paura di voi, figurati se mi fai paura tu! -
Lei avvertì una incertezza ed una rabbia nella voce molto
promettenti.
- Non sono molto diversa da te. - Lo rassicurò - Cioè sono una
femmina e tu sei un maschio, ma siamo molto simili.
- Non ho nessuna intenzione di invitarti a casa mia, nemmeno se tu
fossi...
- Guarda che posso offrirti dei doni. - Lo tentò
- Ad esempio posso assicurarti con una regolare procura notarile che
non morderò nessuno della tua famiglia. Non solo, se tu hai dei
nemici o qualcuno che vuoi...
- Ci sarebbe il direttore della banca che non vuole farmi il mutuo!-
Disse lui scattando in piedi.
- Fammi entrare a casa tua e stanotte gli farò una visitina... -
rispose lei trionfante, alzandosi dallo sgabello e passandosi la
lingua sulla doppia fila di canini.
- Bhe, in fondo qui ognuno bada agli interessi suoi, anche Wallace ha
aperto la sua casa ad uno di voi e non mi sembra se la passi male.
Certo quel tipo non è una bellezza, ma in fondo - cercò di
convincersi lui - in fondo non siamo tutti figli di Dio?
Sorridendo lei pensò no. Non proprio figli di Dio.